sabato 18 aprile 2009

4 passi al buio, ovvero in viaggio bendati nell'aula magna

a cura della Prof.ssa Sandra Cocchi
Quando la collega Anna Spata mi ha proposto di partecipare con la mia III igea all'iniziativa "4 passi al buio", ho aderito con entusiasmo.
Avendo sentito parlare dell'iniziativa di Milano del percorso al buio, ho chiesto: ma dove lo facciamo? e come facciamo a creare il buio totale necessario per il percorso? Sorriso furbetto di Anna: lo facciamo in aula magna e per quanto riguarda il buio è sufficiente una benda. Questo è stato il pnmo insegnamento che ho ricevuto: il buio non e fuori, non è per tutti, ma è solo per chi non vede. E dopo essere stata bendata ho capito che il buio può essere anche bianco, perché questo hanno notato i ragazzi... siamo stati tutti catapultati, due per volta, in un buio bianco che ci ha fatto perdere i riferimenti spaziali ed ha trasformato l'aula magna in un luogo sconosciuto e pieno di pericoli e misteri.
Durante il percorso, bendati, insicuri e armati del bastone apposito, siamo stati accompagnati da Riccardo, presidente dell'Unione Ciechi di Prato, e Francesca, giovane laureanda cieca dalla nascita. Loro ci hanno fatto "vedere" gli ostacoli e cogliere le diverse sfumature dei rumori. Loro, che non l'avevano mai vista, conoscevano la nostra aula magna centomila volte meglio di noi che , spavaldamente, pensavamo di potercela cavare in ogni condizione. Loro, lasciandoci sbattere leggermente contro ostacoli non pericolosi, ci hanno introdotti nel loro mondo e ci hanno fatto capire quanto sia importante per loro il rispetto degli spazi. Sono certa che, dopo aver trascorso queste due ore con Riccardo e Francesca, a nessuno di noi verrà più la tentazione di parcheggiare su marciapiedi o passaggi pedonali.
Nella parte finale della pagina trovate informazioni su come è strutturata l'esperienza dei 4 passi al buio e su come fare per poterla organizzare nella vostra scuola. Prima però ho pensato di dare spazio ai commenti dei ragazzi e ad un breve riassunto delle domande che sono state poste a Riccardo e Francesca, che sono stati spettacolari nel rispondere con garbo, ironia e voglia di farci accedere al loro magico mondo. 4 Marzo 2009
• I commenti dei ragazzi:
La cosa che mi è rimasta più impressa è quando Riccardo mi ha fatta avvicinare al muro, bendata, e mi ha spiegato che le voci cambiano rispetto alla distanza dal muro. Simona Mattei
10 sono stata la prima ad affrontare il percorso e, davvero, non sapevo rendermi conto di dove fossi.Ho perso il senso dell'orientamento. Riccardo e Francesca invece sapevano perfettamente doveeravamo. Mi è piaciuto molto anche il momento in cui abbiamo fatto ad entrambi moltissimedomande su tanti argomenti! ! Questa è stata un'esperienza bellissima, mi ha aiutata a capire megliole persone che si trovano nella loro situazione e tante altre cose.
Martina Cocco
Mi ha colpito molto il fatto che Riccardo e Francesca, nonostante siano accomunati dalla cecità, sono in realtà completamente diversi. Era abbastanza palese che Riccardo non fosse nato cieco. Stava con il volto alto come un vedente al contrario di Francesca che invece spesso guardava verso terra. Il percorso lungo cui ci hanno guidato mi ha particolarmente colpito per le sensazioni che mi ha trasmesso. Mi hanno inoltre colpito la forza d'animo di lui e lo "stupore" di lei per il fatto che secondo noi la vista è indispensabile che che i ciechi sono svantaggiati. Lei pensa che è solo un modo differente di percepire le cose. Leonardo Imbornone
11 percorso al buio che io e la classe oggi abbiamo fatto per me é stato molto interessante. Hoprovato una sensazione strana. Mi ha fatto capire come le persone non vedenti percepiscono edimmaginano la realtà. Sono state rivolte a Francesca e Riccardo tante domande sul loro modo divivere e di pensare e le loro risposte mi hanno fatto capire che sono persone come noi.Francesca Ruberto
Secondo me l'esperienza è stata decisamente significativa perché ci ha messi di fronte ad una realtà che spesso non conosciamo e ci ha fatto vedere la vita dal punto di vista dei non vedenti. Secondo me è importante perché insegna che la vita merita di essere vissuta sotto tutti i suoi aspetti, sia quelli belli che quelli brutti.
Nicola Palma
Mi ha colpito la diversa esperienza raccontata da Francesca e Riccardo. Poiché Valentina non ha mai posseduto la vista immagina solamente gli oggetti, i colori ecc. Mentre per Riccardo il diventare cieco è stato molto più difficile come handicap da superare. Perdere la vista a 18 anni è stata per lui un duro colpo. Questa esperienza è stata molto interessante e mi ha aiutato a comprendere meglio il mondo dei non vedenti Gianluca Betti
Secondo me l'incontro con Francesca e Riccardo è stato molto interessante. Nonostante loro mi abbiano accompagnata nel percorso al buio, mi sono trovata in difficoltà, rendendomi conto di quanto è difficile anche per loro. Sono stati molto bravi anche a rispondere in modo chiaro a tutte le domande che ci venivano in mente Sara Pacini
L'esperienza che abbiamo vissuto oggi difficilmente la scorderemo. Le cose che ci hanno raccontato sono state molto interessanti e allo stesso tempo toccanti. Ho provato ad immedesimarmi in loro, ma ho capito che è davvero difficile condurre una vita dove non puoi vedere la luce del sole o i meravigliosi colon del cielo. Questa esperienza mi ha colpita davvero tanto e di quest'incontro conserverò un ricordo molto bello Jona Jasini
Quest'esperienza è stata molto profonda per me e non riuscirei ad immaginarmi nei loro panni, per questo li stimo davvero, per la loro voglia di vivere e di continuare a sognare. Gianmarco Mosca
L'incontro con Riccardo e Francesca è stato molto importante per capire le mille difficoltà che devono superare ogni giorno le persone cieche. Le piccole cose quotidiane che a noi sembrano cose normalissime in realtà dovremmo apprezzarle molto di più. Io non vorrei mai perdere la vista, per nessuna ragione al mondo. Mi sono fatto un esame di coscienza ed ho pensato a quanto siamo fortunati, di quanto e più facile per noi Mattia Lo Giudice
Questa per me è stata veramente un'esperienza significativa e credo che questi incontri dovrebbero essere più frequenti, perché la sensibilizzazione è molto importante. Maria Di Crescenzo
Oggi, io e i miei compagni di classe abbiamo vissuto un'esperienza davvero particolare. Abbiamo provato personalmente come si sente una persona non vedente.
A turni di 2 persone, bendati e con l'aiuto di Francesca e Riccardo , abbiamo percorso l'interno dell'aula magna della scuola
A vedere gli altri compagni di classe il percorso sembrava facile, però quando mi sono ritrovata a farlo... era più difficile di quel che sembrava. Avendo visto il percorso fatto dai compagni che mi hanno preceduta, sono riuscita a riconoscere gli oggetti, anche se non è stato facile: appena mi hanno messo la benda mi sono sentita disorientata, praticamente vedevo tutto bianco e potevo solo affidarmi all'udito e al tatto , proprio come i non vedenti. La cosa che mi ha sorpresa di più è che loro due ci guidavano con sicurezza nel percorso. Francesca inizialmente mi ha insegnato a impugnare il bastone, anche se non è stato molto facile dato che mi diceva "ecco bisogna impugnarlo cosi", ma essendo bendata non riuscivo a capire in quale modo, solo aiutandomi con le mani ho capito su per giù come impugnarlo. Durante il percorso camminavo insicura, come se stessi per cadere e mi sembrava un percorso lunghissimo, non riuscivo a orientarmi. Più volte abbiamo rallentato per far avanzare Riccardo e un altro compagno.anche se sinceramente io non mi ero accorta della loro presenza. Francesca invece sapeva, sentiva ...Quando mi ha detto che eravamo arrivati non me n'ero neanche resa conto... Dopo che tutti abbiamo fatto il percorso, abbiamo fatto diverse domande. Le risposte sono state molto interessanti ma non è mancato neanche qualche momento di imbarazzo.... Le domande più interessanti riguardavano 1 sogni che facevano, la percezione che avevano delle cose e dei colon, la vita sociale e sentimentale , l'approccio psicologico-emotivo della loro "diversità"... Ovviamente le risposte date da Francesca e Riccardo sono state diverse , anche perché hanno avuto una stona diversa. Francesca è cieca dalla nascita, mentre Riccardo ha perso la vista gradualmente all'età dei 18 anni....Secondo Francesca, da un lato è meglio esser ciechi dalla nascita per non aver il rimpianto di aver perso la vista, così da avere un impatto emotivo abbastanza forte; dall'altro lato però sarebbe stato bello conoscere e vedere le immagini delle cose che ci circondano. Riccardo ci ha spiegato che , quando ha perso la vista, seppur gradualmente, ha avuto una forte depressione...cosi i suoi familiari hanno dovuto chiedere aiuto a uno psicologo specializzato... Quella di oggi e stata un'esperienza molto educativa. Ho imparato davvero tanto da questo incontro e spero che in futuro ci siano altri occasioni per riprovare simili esperienze.
QUESTIONI trattate...:
-sogni
-colori
-oggetti (come li immagina chi e cieca dalla nascita?)
-acquisti (resto monete banconote...)
■cosa fa dire il piacere o meno un raga
-se entra qualcuno in casa
-alfabeto in braille
-spazio-tempo
-vita sociale
-come vedono il loro "handicap"
-psicologia ed emotività a perdere la vista
-attività-sport-hobby
-comportamento delle persone nei loro confronti
-orientarsi nella città /ostacoli
-aiuto della famiglia (fondamentale?) -scuola/studio Francesca Jang
• domande e risposte :
a cura di Maria Di Crescenzo
i la risposta di Francesca e preceduta da F, quella di Riccardo da R)
- Cosa sogni la notte? E come sogni?
(F) Beh, è una domanda che aspettavo qualcuno mi facesse. Sinceramente io sogno ciò che "vedo" nella realtà. Naturalmente non sogno 1 colori o gli oggetti che troviamo nel mondo, ma sogno le mie sensazioni e le mie percezioni di essi, essendo nata cieca e non avendo ma i visto il mondo. ( R) Io invece sogno le cose che sono riuscito a vedere fino a quando, a 20 anni circa, ho perso completamente la vista. Se sogno una bicicletta, o di andare in bici, associo questo sogno alla bici che avevo da piccolo, oppure se penso alle macchine riesco ad associarle solo a quelle che c'erano negli anni '60, gli anni della mia giovinezza.
- Come fate quando dovete fare la spesa o quando volete semplicemente vedere un film?
(F) e (R) Quando dobbiamo guardare un film semplicemente lo ascoltiamo e l'udito ci aiuta tantissimo.
(F) Per quanto riguarda invece la spesa io, sinceramente non la faccio quasi mai da sola, ma quando mi capita mi affido al negoziante o ad un commesso e al fatto che riesco a riconoscere il taglio delle banconote dalla dimensione.
(R) Anch'io mi affido al negoziante ma, a differenza di Francesca, io vivo da solo e quindi i genere non posso contare sull'aiuto degli altri. Mi affido esclusivamente al tatto per quanto riguarda la merce o gli oggetti da comprare e al riconoscimento delle banconote e monete dalle caratteristiche di ciascun taglio.
- E' vero che erano state introdotte nelle monete scritte in braille per i non vedenti?
(F) e (R) Sì, è vero, erano state introdotte queste scritte nelle monete per aiutare 1 non vedenti, ma non servivano perché la scritta in rilievo era fatta con la logica dei vedenti. Cioè sono scritte in modo troppo piccolo e poco in rilievo. Il fatto invece che le monete e le banconote in euro abbiano una dimensione ed un rilievo percepibile del disegno ci aiuta molto.
- Com'è la vostra vita sociale? Intendo le amicizie, i rapporti personali...
(F) La mia vita sociale è molto normale. Lo so che questa parola risuona strana, ma è proprio così. Faccio le cose che fanno tutti 1 ragazzi della mia età. frequento l'università. Mi manca solo la tesi per finire il corso di laurea. Poi esco, faccio sport (equitazione, baseball..) ed ho anche tante amicizie. All'inizio, certo, è stato molto difficile perché nono volevo uscire, ma soprattutto non volevo stare con quelli ciechi come me, che mi sembravano tutti dei pazzi. Poi, a sedici anni mio padre mi ha "costretta" ad andare all'U.I.C. ed a socializzare con altre persone e da li è nato tutto. (R) Anch'io, come Francesca, ho una vita sociale molto attiva. Faccio molti sport, fra cui equitazione e ballo, inoltre mi dedico all'Unione Italiana Ciechi, senza però mai dimenticare ili mio lavoro di fisioterapista. Quel poco tempo che mi resta lo dedico a me stesso, per riposarmi.
- Le vostre famiglie vi sono state vicine - e lo sono tutt'ora - o è stato qualcun altro adaiutarvi?
(F) la mia famiglia mi ha sempre sostenuta ed incoraggiata in tutte le mie decisioni, e soprattutto nei momenti di sconforto mi hanno sempre spronata ad affrontare le cose ed a provare esperienze nuove. Non sono mai stati dei genitori apprensivi e mi hanno sempre lasciata vivere la mia vita, fortunatamente.
(R) Per quanto riguarda la mia esperienza la famiglia è stata fondamentale, per me, ma soprattutto la figura di mio padre era e resta importantissima. Inoltre anche gli amici e l'aiuto di uno psicologo mi hanno portato ad affrontare meglio il mio disagio.
- Riccardo, hai preso subito coscienza della tua cecità o hai impiegato un po' di tempo acomprendere e reagire?
(R) Purtroppo ci ho messo quasi tre anni prima di decidermi ad affrontare la mia cecità. Come ho già detto, senza la mia famiglia non ce l'avrei mai fatta. Ho vissuto il periodo tra i 18 ed i 20 anni come un inferno. Me la prendevo con il mondo intero perché non avevo mai fatto niente di male nella vita per meritarmi questo. Ho continuato a disperarmi fino a quando non ho capito che era l'ora di combattere e reagire. Mi sono iscritto ad una scuola per fisioterapisti di Firenze, dove si trovavano altre persone con il mio stesso problema ed è stato proprio da lì che ho ripreso la mia vita.
- Pensate che sia meglio diventare ciechi o nascerci?
(F) Io personalmente preferisco essere nata cosi perché a livello emozionale sarebbe stato tutto molto più complicato. Avrei avuto sempre tanti rimpianti e sarebbe stato ancora più doloroso.
(R) Io sono solo in parte d’accordo con Francesca. Certo, è stato molto più doloroso il salto a livello emozionale, ma così ho una visione ed una cognizione un po' diversa del mondo.
- Francesca, tu che sei affetta dalla cecità dalla nascita, quando devi andare a comprare ivestiti come fai a scegliere i colori?
Sinceramente io non li scelgo per i colon, ma in base al tessuto che più mi piace. Mi affido al tatto e mi fido di chi mi accompagna o delle commesse che mi consigliano.
• Come organizzare un incontro:
L'Unione Italiana Ciechi è disponibile ad organizzare gratuitamente, nelle scuole ed istituzioni l'iniziativa "Quattro passi al buio".
E' sufficiente:
- uno spazio sufficientemente grande da poterci camminare intorno (va bene anche la palestra)
- la collaborazione di uno o più insegnanti che introducano l'esperienza
- 2 ore di lezione concomitanti.
Per avere informazioni e ulteriori dettagli
o per aderire all'iniziativa contattare la sezione di Prato dell' UIC
(presidente Riccardo Santini)
info@uicprato.it
potete inoltre navigare nel sito nazionale dell'unione
www.uicprato.it

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