"Allora qui si fa sul serio!" È stato il mio primo pensiero quando i tre temerari che hanno osato, per la prima volta, lo scorso giugno, cimentarsi in una passeggiata per le vie del centro completamente bendati e muniti solo di un bastone bianco, mi hanno espresso la volontà di fare un nuovo giro bendati...
"E mò vi sistemo io..." ho pensato tra me e me... ma stavolta non aspettatevi le comode e amplie strade non trafficate del centro storico pratese... stavolta ve la vedrete con i piccoli problemi che un cieco incontra quotidianamente camminando per strade trafficate con piccoli marciapiedi ingombri di pali e auto parcheggiate...
E, dulcis infundo, tanto per complicarsi ancor di più la vita, perché non andare a mangiarsi anche una bella pizza?
Dunque, alle 19 circa di domenica 23 novembre, dal portone della sezione provinciale dell’unione italiana ciechi e ipovedenti di Prato, in via Garibaldi, riecco nuovamente uscire i tre loschi individui bendati accompagnati da noi tre non vedenti pronti per la nuova avventura...
Ed ecco, i loro commenti:
Max
sono le 23,30 finalmente a casa, sul divano, mi accendo una sigaretta e penso che mentre ero bendata l'anna me l'ha spiegato ma io non ho ancora capitocome fa' ad accenderla senza bruciarsi la punta del naso....ma torniamo all'inizio. un gesto semplice, bendarsi gli occhi, e in un nanosecondo mi trovo catapultata in un altro mondo. avevo gia' provato ma questonon mi aiuta, ci sono le scale da scendere...ANSIA...soffro di vertigini ma c'e' la francesca a rassicurarmi...si ma dopo 3 gradini la perdo....ANSIA...poi la strada verso la pizzeria, francy non mollarmi eh...mi rilasso, ridiamo, il passo si sta facendo piu' spedito....ma vaff....ho pestato una m....!!!eccheccavolofinalmente la pizzeria. il posto l'ho riconosciuto quindi so gia' com'e' la disposizione del locale. fame. arriva la pizza e provo a tagliarla in 4 spicchicome dice la francesca ma sto facendo un casino, meno male ho messo una vecchia felpa chissa' se mi sto sbrodolando come a 2 anni. e' una pizza vegetariana sottilissima che sa di pane e peperoni ma vabbe' siamo qui per divertirci...e poi riesco a rubare 2 spicchi di margherita allachiara quindi l'appetito e' placato. finora sono stati tutti molto gentili, il cameriere, un automobilista che ha aspettato pazientemente che attraversassimo la strada alla velocita' di unbradipo in coma, un signore per strada che ci ha fatto scansare una macchina...tutto questo e' rassicurante. ma dopo cena quel pazzo scatenato di diegopropone un giro in centro da soli. ma si, basta il braccio rassicurante della francesca...all'avventura! per attraversare piazza del duomo ed essere sicuridi non sbagliare dovremmo percorrere tutto il perimetro ma no...troppo noioso! decidiamo di buttarci in mezzo alla piazza prendendo una direzione "a occhio"cioe' a caso e quando max ci dice "bravi ce l'avete quasi fatta" mi sento come Bolt sul podio alle olimpiadi! poi sento avvicinarsi a tutta velocita' ilcamion della pulizia strade. e accelera. e dove cavolo sono io adesso? caspita diego siamo in mezzo alla strada! dov'e' il marciapiede? e perche' cavoloquello non rallenta! ok e' passato si riparte, pero' stavolta mi incollo al marciapiede.e giu' con calma verso piazza del comune, piazzetta buonamici, fin qui tutto bene, decidiamo di fare il giro dal teatro metastasio e riprendere via garibaldi.davanti al teatro ci sono degli operai a scaricare un camion e gentilmente ci fanno attraversare perche' li e' pericoloso. grazie ragazzi, ma quanta gentegentile! poi finalmemente giriamo a sinistra in via garibaldi....ma non dovrebbe essere un po' in salita? e poi e' un po' stretta questa strada. la francescaci mette in guardia ma io sono tranquilla, dal metastasio a via garibaldi non ci sono altre vie in mezzo, non possiamo sbagliarci. oh ma sta arrivandouna macchina! e pure in controsenso. c'e' qualcosa che non va. scusi? che via e' questa? non lo sappiamo, siamo di genova. penso "che fortuna!" poi cileggono il nome della via su un campanello... ma come e' possibile? e' possibile. il camionista tanto gentile che ci ha fatto attraversare la strada ciha indirizzato nella direzione opposta. ok ora torno li e l'aiuto a scaricare il camion con questo bastone....dietrofront e sento max che ci chiama dobbiamo raggiungerlo e sembra semplice, max arrivo, ma sta arrivando una macchina e sono di nuovo in mezzo allastrada! ancora!si riparte e stavolta salgo sul marciapiede che pero' e' molto stretto quindi con la mano sinistra cerco di orientarmi col bastone per non cadere e conla destra sfioro il muro perche' ci sono delle sporgenze all'altezza della testa e ci tengo al mio capino. si ma che fatica! scendo dal marciapede ma arrivauna macchina quindi risalgo, lo scalino finisce e non me ne accorgo. vietato rilassarsi.finalmente via pugliesi. la francesca ci fa' i complimenti "bravi andate anche da soli" grazie fra' ma per noi e' solo una prova, quasi un gioco. non siamopoi cosi' coraggiosi, ci buttiamo ma in fondo sappiamo che c'e' il salvagente. ci siete voi angeli custodi e in caso di vero pericolo possiamo sempre togliercila bendache altro dire? solo che consiglio a tutti di provare, e scusate la lunghezza della mail.
baci, sandra
---
Ciao miei compagni di avventure!!
Solo per ringraziarvi per ieri sera, tutto è andato più che bene e..anche se la diritta via era smarrita in quel del Metastasio, la colpa non può che esseredata al camionista romano (aò, ma che ne sa lui della sede e delle vie di Prato!!).
Mi è piaciuta poi la progressione: prima cena al buio in ambiente protetto, poi giro in centro bendati e ieri giro più pizza bendati...veramente ben fatto,almeno lo spaesamento della prima volta al buio era superato...
Sono rimasto invece colpito dalla necessità di restare più calmo possibile nei momenti di potenziale pericolo; un'auto che arriva mentre attraversiamo,il pilota dell'Asmiu che ci ha fatto il pelo col suo camion...momenti in cui d'istinto vorresti accelerare, muoverti il più velocemente possibile per trovarela soluzione al problema, ma...al buio non sai dove andare, correndo rischi solamente di peggiorare la situazione, urtando, inciampando o perdendo l'orientamento.Sei quindi costretto ad accettare questa tua vulnerabilità ed importi un ritmo più lento.
Vi do appuntamento alla prossima (in treno?)
A presto...
Diego
Ore 18:30... parto da casa per andare a recuperare il matteoni... sono già in ritardo lo sò lo sò... il signorino aveva "stranamente" con sè il permessoe crede di stupirmi... ma a spregio parcheggio in piazza mercatale... tiè!!...Di passo svelto (finchè la benda non c'è apprifittiamone!) verso la sede... erano già tutti lì ad aspettarci... strano!... ma prima di partire decidiamodi fare una visitina al bagno... per evitare di raggiungere al buio quello della pizzeria!!... furbini eh?!...Divisione dei bastoni... questo a me questo a te... operazione bendaggio... filtra luce?... no... quindi possiamo andare!!...Le coppie... consapevole della scelta voglio con me il matteoni... sandra e fra... diego e anna... pronti e viaaa... usciti dalla porta della sede eccoche subito max fa "scusa chiara potresti chiudere a chiave?"... s'incomincia bene!... ma per fortuna trovo subito la chiave giusta ah ah... ridiamo ora!!...Diego e anna in un nanosecondo son già ad aspettarci al portone... incrocio per le scale la sandra che s'era persa la fra... s'aggrappa alla mia spallatipo avvoltoio... piaaano... max e la fra avanti... si sembrava a fare il trenino per le scale... pe pe pe pe peee!!!...Il portone si apre... bla bla bla.. voci sparse per via garibaldi... non facciamo in tempo a svoltare a sinistra che sento la voce d'un omino "scusi malei che ci vede?"... eh?!... ma che dirrà a noi?!... max che risponde "no, io no ma la signorina sì"... l'omino "aah lei ci vede"... "sì sì lei sì".. poipiù niente... la voce dell'omino si perde tra la folla... il curioso!!...Okkei ripartiamo... cerco il braccio di max o anche solo un pezzetto del suo giubbotto... giusto per sapere che è lì vicino... lui mi ricorda di cercarecon il bastone il muro come riferimento... di cercare di sentire quanto è largo o stretto il marciapiede... eventuali ostacoli... quando finisce il marciapiedee inizia una strada... ecco appunto... per due volte l'ho mancato alla grande e mi sono accorta d'essere in mezzo alla strada ormai troppo tardi... c'erodi già!... aaaahhhh... ma era tutto calcolato dalla mia guida max!!... un pò fetentone!!....Avevo la sensazione di camminare obliqua... passi piccoli e piedi pesanti...Il bastone che più volte si incastrava tra i pali dei cartelli o dei cestini e il muro... o tra i vasi di fiori...Macchine in movimento e non sapere esattamente da che parte sarebbere passate... inquitante... ma eravamo al sicuro!!...Sandra?... eccola dietro di noi... Diego?... quando avanti, quando dall'altra parte della strada!!... sì ci siamo tutti!!...La pizzeria si fa vicina (iiiuuhhh avevo indovinato dove ci avrebbero portato!... molto carino!..)... max che fa "aspetta un attimo lazzons che cercol'entrata"... "no ehi aspettami dove vai"... menomale che il cameriere interviene prontamente e ci fa accomodare dentro... lo rassicuriamo che non è unarapina!... il nostro tavolo era vicino... individuate le sedie prendiamo posto... e una volta liberati di cappotti, sciarpe, guanti ecc.. le mani partonoa perlustrare il tavolo... le posate, il tovagliolo (piegato a formare delle onde)... c'è anche una candelina accesa... poi la mia mano che s'avvicinaal mio orecchio "nooo cavolo ho perso l'orecchino "... ufff... anche il cameriere da una sbirciatina ma non ci sono tracce!... eh vabbè... fameee!!!...primo o pizza?... tutti pizza!... chi birra, chi acqua... anna alla mia sinistra... maaaaxxx?.... eccolo qui davanti a me.... un pò di pizzicorino allasandra alla mia destra... diego? .. alza la mano in alto?... presaaa!.. ehi la fra è lontana.. almeno così mi pare!...Inizialmente le nostre voci sono un tono più alte del solito.... poi però regoliamo il volume!!...Ecco le fumanti e odorose pizze... ma ora arriva il bello... come tagliarle??... max (proprio lui!!) consiglia di fare 4 spicchi grandi... ok... la fraconsiglia di partire orizzontalmente.. sì okkeeiii... ma il meglio è stato quando diego fa : "ma se io parto dal centro e faccio dei quadratini??"... scoppiatia ridere!!...Arriviamo alla conclusione che ognuno se la taglia come vuole.. l'importante è riuscire a mangiarla!!... ed infatti così è stato... anche se qualcuno allamia destra ha tentato (con successo!) di fregarmi zitta zitta una spicchio di pizza... il solito poi!!... ladraaa!!!...Il cameriere che mi fa "che non la finisci la pizza?!?!"... "è finita è finita!"... bhe ci credo io, dopo aver perlustrato il piatto per benino con leposate e non solo!!!... oh mi voleva fregare!!...Non ci siamo fatti mancare neppure il dolce... chi il tiramisù, chi la panna cotta... caffè corretto (vizioso!)... caffè normale... d'orzo per me e lafra come i bimbi e le nonnine... insomma vestiti indènni senza macchie!!... che bravini che siamo stati!!...Chiediamo il conto... ci avviamo verso la cassa... menomale che ricordavo come avevo sistemato i soldini nel portafoglio!!... pffiiiiuuu...Salutiamo e ringraziamo i camerieri per la loro gentilezza!!... ciao ciao...Fuori il gelo ad aspettarci.... brrrrr.... si riparte... con max che voleva correre al richiamo di "cavalca, cavalca"... aiuuuutooo fermo!!!....Il giro finale per le vie del centro lo salto... perciò abbraccio tutti e riparto con anna in direzione sede... che silenzio che c'era...Varcato nuovamente il portone della sede tolgo il bendaggio... luce... occhi deboli e testa pesante... serata speciale ed emozioni intense...Alla prossima avventura bellocci... ovunque sia!!... si fa per dire eh!!...Vi abbraccio forte!!... Notte....
- Chiara -
lunedì 24 novembre 2008
domenica 16 novembre 2008
sabato 15 novembre 2008
ciechi per un'ora - III edizione
stamattina, sabato 15 novembre, un forte vento soffiava tra le vie e ipalazzi della nostra amata città e, tra la gente che si affrettava per lestrade per fare gli ultimi acquisti del sabato mattina, 4 strani individui,di cui due bendati, si aggiravano per le strade cittadine, muniti solo dibastoni bianchi...
ecco il loro racconto:
"Francesca, dove sei?" Nell'incrocio di suoni e rumori, la voce assume iltono di una supplica infantile. "Francesca, dove sei?" ripeto ancora, quasiangosciato,alla ricerca di una presenza amica. "Sono qui, non mi senti?" "No, figurati,con tutta questa confusione..." Con tutta questa confusione, d'un tratto,ogni cosa sembra tornare alle origini di un caos primordiale: i passi nonmisurano più le distanze consuete, vicino e lontano si annullano nell'ansiadiun contatto rassicurante, voci sconosciute amichevolmente sussurrano all'orecchiola direzione giusta e il corpo... questo corpo che non si muove più connaturalezza, ha perso coordinazione, si è rattrappito, ingobbito per lapaura, per il bisogno di proteggersi dagli ostacoli e magari dall'incomprensionedella gente. Senza più la percezione esatta di ciò che è intorno, nientesembra più accogliere i movimenti incerti delle mie gambe e delle miebraccia:il corpo si muove come nel vuoto, al limite estremo tra possibilità eimpossibilità... Infine al bar per una sosta e dopo il caffè, all'improvviso,sentola fatica della nuova esperienza e con essa il bisogno che qualcunoalleggerisca il peso di azioni apparentemente scontate: "Massi, puoi pagarete? Cirifacciamo dopo..."
Emanuele
"In giro, a piedi, senza vederci, per più di un'ora…provo un misto diansia ed eccitazione.Scendi e sali le scale, apri e chiudi il portone, cammina, cerca dinon perdere il contatto col muro tramite il bastone, cercasemplicemente di non perderti…! Un bastone ed un muro, i miei miglioriamici per 60 minuti, chi l'avrebbe mai detto?Inizia così l'avventura di un sabato mattina per le vie del centro diPrato. Max è la mia guida, la Francy d'Alò ci ha appena spiegatoalcune regole di base su come tenere il bastone e come muoverlo (emenomale!).Mi sento piuttosto impacciata all'inizio, mi rendo conto dei mieimovimenti innaturali, i miei sono passettini corti, alzo i piedi piùin alto del solito, per la paura di inciampare.Mi rendo conto di avere un bisogno quasi indispensabile di parlare(anche da sola), di commentare, di esprimere quello che sento epercepisco con gli altri sensi, di fare domande.Sono concentrata e cerco di rimanerlo, cerco di ascoltare i rumoriintorno a me, di capire quando lo spazio si modifica. I tempi sidilatano e così anche la mia percezione dello spazio.Ad un certo punto, mentre cammino, non c'è più il muro: attenzione,ma che succede? Siamo arrivati in piazza Duomo? Provo a ricercare ilmio punto di riferimento, lo ritrovo e sento di aver in qualche modogirato, però è strano…non ci sono rumori…allora Massimiliano (il mioangelo custode!) mi fa riflettere e mi rendo conto di essere finita inun…vicolo! Lo esploro un po', su consiglio di Massy, per cercare diprendere più confidenza con questa mia nuova situazione e poi riprendola direzione giusta.Quando ci vedi non ti rendi conto di cosa significhino gli ostacolilungo la strada, li eviti tranquillamente. Ma ora le cose sonodiverse…Caspiterina, ma quante biciclette ci sono appoggiate almuro??? E le macchine parcheggiate??? Spesso le colpisco piuttostoforte col bastone, mentre lo muovo a destra e a sinistra (come mi hadetto la Francy!) e il rumore metallico mi fa sorridere, rimbomba piùforte del solito, ora che non ci vedo. E poi mi dico: beh se ilproprietario trova un'ammaccatura sono stata io! E ne vado fiera! Nondoveva parcheggiarla lì, in quel modo, ecco! E' solo di intralcio!Tanto che un paio di volte, nel tentativo di superare un'auto dallaparte interna rimango incastrata fra macchina e muro…Due o tre volte rischio anche di infilarmi in qualche negozio che hala porta aperta, però me ne rendo conto quasi subito, dai suoni (se adesempio c'è la musica), dagli odori e dalla superficie del pavimento(toccandola col bastone, si sente che è più liscia della strada).Adesso comunque sono più concentrata e cerco di rimanerlo, cerco diascoltare i rumori intorno a me, di capire quando lo spazio simodifica. I tempi si dilatano e così anche la mia percezione dellospazio. Per cui il mio bisogno di parlare si riduce. Inizio ariconoscere dei rumori, come quello di un passeggino o di unabicicletta in movimento. E che soddisfazione quando, ferma in piazzadel Comune, nella confusione di suoni, voci e lavori in corso, riescoa sentire il rumore della fontana!La mia andatura ora è più spedita, mi rendo meglio conto quando lospazio si allarga, anche perché in alcuni punti sento il tepore delsole sulla faccia ed è una sensazione indescrivibile.Riesco pure ad infilarmi in mezzo ad un gruppetto di persone che fauna raccolta firme (me lo dicono loro ovviamente!), sbatacchio un po'il bastone contro il loro tavolino, ridacchio e bofonchio qualcosa diincomprensibile, mi scuso e riprendo a camminare.Ed ecco il meritato aperitivo: muovo lentamente la mia mano sulbancone in cerca del bicchiere, ho paura di rovesciarlo. Devo pagare60 centesimi e menomale che per l'appunto ho 3 monete da 20 centesimi,che riesco a riconoscere, così faccio bella figura !Torniamo in sede, c'è da aprire la porta, ho un leggera difficoltà neltrovare la toppa. Arrivata su mi tolgo la benda…la luce mi colpiscegli occhi, mi dà fastidio e mi sento un tantino stordita e mi gira unpo' la testa.Più di un'ora per fare quanto…forse un kilometro? E chi se ne frega!Sono davvero contenta di aver fatto questa esperienza. Mi ha fattoriflettere, mi ha insegnato qualcosa e mi arricchita e soprattutto miha dato l'opportunità di comprendere un po' meglio, per quantopossibile, la situazione dei miei amici, avvicinandomi a loro. Ci sonotante cose che si danno per scontate…ecco forse ora io ne ho qualcunain meno!"
Elisa Ferretti
ecco il loro racconto:
"Francesca, dove sei?" Nell'incrocio di suoni e rumori, la voce assume iltono di una supplica infantile. "Francesca, dove sei?" ripeto ancora, quasiangosciato,alla ricerca di una presenza amica. "Sono qui, non mi senti?" "No, figurati,con tutta questa confusione..." Con tutta questa confusione, d'un tratto,ogni cosa sembra tornare alle origini di un caos primordiale: i passi nonmisurano più le distanze consuete, vicino e lontano si annullano nell'ansiadiun contatto rassicurante, voci sconosciute amichevolmente sussurrano all'orecchiola direzione giusta e il corpo... questo corpo che non si muove più connaturalezza, ha perso coordinazione, si è rattrappito, ingobbito per lapaura, per il bisogno di proteggersi dagli ostacoli e magari dall'incomprensionedella gente. Senza più la percezione esatta di ciò che è intorno, nientesembra più accogliere i movimenti incerti delle mie gambe e delle miebraccia:il corpo si muove come nel vuoto, al limite estremo tra possibilità eimpossibilità... Infine al bar per una sosta e dopo il caffè, all'improvviso,sentola fatica della nuova esperienza e con essa il bisogno che qualcunoalleggerisca il peso di azioni apparentemente scontate: "Massi, puoi pagarete? Cirifacciamo dopo..."
Emanuele
"In giro, a piedi, senza vederci, per più di un'ora…provo un misto diansia ed eccitazione.Scendi e sali le scale, apri e chiudi il portone, cammina, cerca dinon perdere il contatto col muro tramite il bastone, cercasemplicemente di non perderti…! Un bastone ed un muro, i miei miglioriamici per 60 minuti, chi l'avrebbe mai detto?Inizia così l'avventura di un sabato mattina per le vie del centro diPrato. Max è la mia guida, la Francy d'Alò ci ha appena spiegatoalcune regole di base su come tenere il bastone e come muoverlo (emenomale!).Mi sento piuttosto impacciata all'inizio, mi rendo conto dei mieimovimenti innaturali, i miei sono passettini corti, alzo i piedi piùin alto del solito, per la paura di inciampare.Mi rendo conto di avere un bisogno quasi indispensabile di parlare(anche da sola), di commentare, di esprimere quello che sento epercepisco con gli altri sensi, di fare domande.Sono concentrata e cerco di rimanerlo, cerco di ascoltare i rumoriintorno a me, di capire quando lo spazio si modifica. I tempi sidilatano e così anche la mia percezione dello spazio.Ad un certo punto, mentre cammino, non c'è più il muro: attenzione,ma che succede? Siamo arrivati in piazza Duomo? Provo a ricercare ilmio punto di riferimento, lo ritrovo e sento di aver in qualche modogirato, però è strano…non ci sono rumori…allora Massimiliano (il mioangelo custode!) mi fa riflettere e mi rendo conto di essere finita inun…vicolo! Lo esploro un po', su consiglio di Massy, per cercare diprendere più confidenza con questa mia nuova situazione e poi riprendola direzione giusta.Quando ci vedi non ti rendi conto di cosa significhino gli ostacolilungo la strada, li eviti tranquillamente. Ma ora le cose sonodiverse…Caspiterina, ma quante biciclette ci sono appoggiate almuro??? E le macchine parcheggiate??? Spesso le colpisco piuttostoforte col bastone, mentre lo muovo a destra e a sinistra (come mi hadetto la Francy!) e il rumore metallico mi fa sorridere, rimbomba piùforte del solito, ora che non ci vedo. E poi mi dico: beh se ilproprietario trova un'ammaccatura sono stata io! E ne vado fiera! Nondoveva parcheggiarla lì, in quel modo, ecco! E' solo di intralcio!Tanto che un paio di volte, nel tentativo di superare un'auto dallaparte interna rimango incastrata fra macchina e muro…Due o tre volte rischio anche di infilarmi in qualche negozio che hala porta aperta, però me ne rendo conto quasi subito, dai suoni (se adesempio c'è la musica), dagli odori e dalla superficie del pavimento(toccandola col bastone, si sente che è più liscia della strada).Adesso comunque sono più concentrata e cerco di rimanerlo, cerco diascoltare i rumori intorno a me, di capire quando lo spazio simodifica. I tempi si dilatano e così anche la mia percezione dellospazio. Per cui il mio bisogno di parlare si riduce. Inizio ariconoscere dei rumori, come quello di un passeggino o di unabicicletta in movimento. E che soddisfazione quando, ferma in piazzadel Comune, nella confusione di suoni, voci e lavori in corso, riescoa sentire il rumore della fontana!La mia andatura ora è più spedita, mi rendo meglio conto quando lospazio si allarga, anche perché in alcuni punti sento il tepore delsole sulla faccia ed è una sensazione indescrivibile.Riesco pure ad infilarmi in mezzo ad un gruppetto di persone che fauna raccolta firme (me lo dicono loro ovviamente!), sbatacchio un po'il bastone contro il loro tavolino, ridacchio e bofonchio qualcosa diincomprensibile, mi scuso e riprendo a camminare.Ed ecco il meritato aperitivo: muovo lentamente la mia mano sulbancone in cerca del bicchiere, ho paura di rovesciarlo. Devo pagare60 centesimi e menomale che per l'appunto ho 3 monete da 20 centesimi,che riesco a riconoscere, così faccio bella figura !Torniamo in sede, c'è da aprire la porta, ho un leggera difficoltà neltrovare la toppa. Arrivata su mi tolgo la benda…la luce mi colpiscegli occhi, mi dà fastidio e mi sento un tantino stordita e mi gira unpo' la testa.Più di un'ora per fare quanto…forse un kilometro? E chi se ne frega!Sono davvero contenta di aver fatto questa esperienza. Mi ha fattoriflettere, mi ha insegnato qualcosa e mi arricchita e soprattutto miha dato l'opportunità di comprendere un po' meglio, per quantopossibile, la situazione dei miei amici, avvicinandomi a loro. Ci sonotante cose che si danno per scontate…ecco forse ora io ne ho qualcunain meno!"
Elisa Ferretti
mercoledì 12 novembre 2008
Calendario 2009-l'UNIVOC dal G a Toscana TV
E si, oggi, mercoledì 12 novembre, i nostri supereroi dell'UNIVOC sono penetrati negli oscuri e misteriosi studi televisivi di Toscana TV per pubblicizzare e portare al G, popolare conduttore radio/televisivo toscano, gli ormai leggendari calendari 2009 dell'associazione.
Il G, contrariamente alle attese dei nostri amici, non si è limitato solo a visionare i calendari ma ha catapultato in diretta televisiva nella sua trasmissione i quattro malcapitati, ovvero, Max, Alessio G, Chiara e Stefano, ma si è presto reso conto del grave errore commesso...
Ecco dunque il video dello sciagurato evento...
Il G, contrariamente alle attese dei nostri amici, non si è limitato solo a visionare i calendari ma ha catapultato in diretta televisiva nella sua trasmissione i quattro malcapitati, ovvero, Max, Alessio G, Chiara e Stefano, ma si è presto reso conto del grave errore commesso...
Ecco dunque il video dello sciagurato evento...
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